Gli Italiani nella sala mungitura

Gli Italiani nella sala mungitura



I proprietari di Immobili in Italia si sono ridotti dall'80%  al 67% 

Si occupa di molte cose Corrado Sforza Fogliani, classe 1938, piacentino doc, avvocato cassazionista. È cavaliere del lavoro, è presidente d'onoredella Banca di Piacenza e siede in molti consigli della sua città, dalla diocesi ai musei. Una cosa che lo appassiona sono le ragioni della proprietà edilizia, piccola e grande.
Dal 1991, guida il sindacato che rappresenta quel mondo, Confedilizia, anche se giura che questo mandato da presidente sarà l'ultimo: più volte l'hanno convinto a restare. E la proprietà immobiliare, soprattutto quella delle prime case, è spesso collegata a doppio filo all'economia di un paese.
Domanda. Avvocato, uno studio di Francesco Forte, conferma quello che, voi di Confedilizia, andate dicendo da tempo: la pressione fiscale sulla casa in questo Paese è esasperata.
Risposta. Esatto. In passato si era ritenuto, erroneamente, che fossimo sotto la media Ocse.
D. Un errore costato caro ai proprietari di case
R. Mario Monti aveva smodatamente aumentato le rendite catastali nel 2012, giustificandosi col fatto che l'Italia era il paese che colpiva meno la rendita immobiliare. Il professor Forte ha dimostrato che la pressione era sottostimata prima, per cui oggi siamo
clamorosamente al di sopra: siamo al 2,2% sul Pil e del 2,75% sul reddito disponibile, contro la media Ocse di 1,27% e 1,59%.
D. Agli inizi di settembre, proprio dalle colonne di ItaliaOggi, Luca Ricolfi aveva lanciato l'allarme: tassando la casa si deprime l'economia.
R. Lo ricordo bene. E aveva ragione. Un altro studio di Paolo Savona era arrivato alla medesima conclusione, semmai differendo leggermente per quanto riguarda il calcolo di quanto l'Imu abbia abbattutto i valori di mercato: ma siamo intorno ai 2mila miliardi. A fronte di un gettito di 24 miliardi.
D. Alla crisi abbiamo aggiunto un carico da novanta
R. È un fatto incontrovertibile. Le faccio un esempio.
D. Prego...
R. Una volta, una persona che acquistava una casa, sapeva di avere alle spalle un bene rifugio, una garanzia contro ogni imprevisto. Anche una piccola casa, 200mila euro di valore, era un bene monetizzabile abbastanza rapidamente. Ora questa riserva di valore reale si è ridotta a 70mila, se non a 50mila euro, in ragione delle zone dove si trova l'immobile. Va da sé che i consumi ne risentano: uno si volta indietro e trova un quarto di quello che aveva.
D. Sconfortante per gli Italiani, popolo di proprietari di case. Eppure, fra i fattori che ci facevano affrontare meno pessimisticamente la crisi, c'era questa dato: quasi l'80% è proprietario di casa sua.
R. Già, pensi che, oggi, quella percentuale è scesa al 67%: perché la casa, con questa tassazione, è diventata un incubo e la gente è portata a liberarsene.
D. Avvocato ma perché, secondo lei, un grande economista come Monti può essere incorso in questo errore?.
R. Intanto i maxi economisti non vanno confusi con i grandi economisti
D. Vale a dire?
R. Maffeo Pantaleoni o Luigi Einaudi, grandi economisti, si occupavano anche delle piccole cose per dimostrare una teoria o un'altra. Per esempio, nessuno, salvo Giulio Tremonti, s'era accorto, nel passaggio alla nuova divisa europea, che convertire quasi 2mila delle vecchie lire, in una moneta e non in banconota, sarebbe stato devastante nella percezione di quella nuova valuta.
D. E invece i maxi-economisti, nei quali mi pare di capire lei comprenda il professor Monti?
R. Hanno quella che Einaudi avrebbe chiamato «superbia satanica», anche se lui la riferiva ai politici. Ritengono cioè di sistemare le cose e il mondo con l'ingegneria finanziaria, per cui hanno qualificato l'attività immobiliare come rendita inattiva, di posizione, dimenticando che non c'è ricchezza più mobile, quando il mercato funziona.
D. E i mercati sono complessi_
R. Certo, il mercato è fatto milioni e milioni di sensazioni, timori e speranze. E l'ingegneria finanziaria non risolve certo tutto.
D. Come si fa, ora, a ricreare fiducia e a spingere qualcuno a comprare e gli altri a non vendere?
R. Bisogna ridare una speranza, cercando di avvicinarsi alla situazione ante-2008. Ci vuole un segnale di controtendenza, che colpisca le menti e i cuori di quelli che si sono ritrovati la garanzia dimezzata, se non peggio. E non basta un semplice incentivo alle ristrutturazioni.
D. Che cosa ci vuole, che cosa avete chiesto al governo?
R. Innanzitutto far capire che la casa non è il solito pozzo di S.Patrizio. E questo lo si può fare diminuendo quelle rendite volute da Monti. Certo, visti i conti dello Stato, comprendiamo che non possa essere di grande portata e pensiamo a un'operazione che significhi minor gettito per 7-800 milioni, Avrebbe però un effetto notevole e non sui grandi patrimoni quanto sulla proprietà diffusa.
D. Col governo come va?
R. Abbiamo incontrato il ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Luca Lotti, mentre il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, è venuto al nostro convegno a Piacenza C'è un'apertura, mi pare. Stiamo a vedere.
D. Segnali positivi?
R. Nello «Sblocca Italia» hanno liberalizzato le durate delle locazioni oltre i 150mila euro di canone annuo. Finora eravamo sclerotizzati ai 12 anni di durata per le locazioni commerciali, che arrivano a 18 anni per certi esercizi come gli alberghi e le locande, una follia che volle l'allora ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, per dare stabilità al settore. Invece rese più difficile il mercato: quale proprietario può pensare di impegnarsi, oggi, per un così lungo tempo?
D. Si potrebbe fare di più?
R. Incentivare il contratto rent-to-buy, previsto nello Sblocca Italia.
D. L'affitto che diventa acquisto?
R. Sì, contratti atipici, che prevedono una quota del canone mensile vada ad acquistare la proprietà: quando a un certo punto ci sarà la cessione vera e propria, quei soldi avranno scontato il prezzo totale. In questi tempi può essere la via per far ripartire il mercato.
D. Che può fare il governo?
R. Chiarire bene. Attualmente ci sono agenzie delle entrate che fanno pagare l'imposta di registro subito e sul totale del valore, altre che lo richiedono solo al momento dell'effettivo acquisto, come si fa per i compromessi. È importante che nella legge di conversione si metta un punto. Ma si potrebbe fare altro.
D. Cioè?
R. Una cosa che era stata inserita nello «Sblocca Italia» e che ne è uscita perché la Ragioneria aveva espresso dubbi sulla copertura necessaria: legare i rent-to-buy a una facilitazione sulle permute.
D. Facciamolo capire bene ai lettori
R. Spesso, chi vuole acquistare casa con questo strumento contrattuale, non sa come vendere quella che eventualmente ha già. Bisognerebbe dare, a chi si trovi in questa condizione, la possibilità di una permuta facilitata della propria casa, che cioè goda di una fiscalità migliore, come quella attuale per le divisioni ereditarie.
D. Avvocato se dovesse fare un appello direttamente a Matteo Renzi cosa gli direbbe? In fondo, come si è scritto spesso, è un proprietario di casa e paga il mutuo, quindi capirebbe...
R. Di cambiare verso davvero sulla casa, ridando fiducia a tutti, nel modo che le dicevo prima: abbassando le rendite.
D. Lei fa il presidente di Confedilizia da tanto: che cosa la amareggia di più dell'attuale situazione?
R. Che si tassino i beni senza considerare il reddito che generano effettivamente, come avviene in Germania. Lo trovo incivile. Così accade che qualcuno mandi in rovina le case perché se le prenda lo Stato. Sa che c'è un articolo del Codice civile, l'827, che prevede il passaggio al patrimonio dello Stato degli immobili abbandonati?
D. Dice che, oggi, per qualcuno è una speranza?
R. È così. Per quanto quella norma fosse stata scritta nel lontano 1942 e proprio per evitare l'incuria. Oggi si pratica l'abbandono per spogliarsi della proprietà. E c'è di peggio.
D. Addirittura?
R. A Cerignale, nella montagna piacentina, hanno scoperchiato diverse case, per farne certificare l'inabitabilità. Se l'inagibilità è solo al 50% Tasi e Imu, se pur ridotte, si pagano. E così, in quel paesino, hanno cominciato a togliere i coppi dal tetto.
Fonte Italia Oggi.